Ho passato metà della mia vita senza ferro da stiro e devo dire che tutto scorreva liscio comunque.
Quando verso i quaranta mi sono ritrovata host di un b&b ero dunque completamente impreparata, potrei dire quasi non sapevo stirare.
Fu così che mi trovai: sola, impreparata, con strumenti inadeguati, e una montagna infinita di lenzuola da stirare.
Siccome sono sempre stata un pò megalomane pensai bene di iniziare con 3 set matrimoniali in puro lino ricamate a mano dalla nonna di mio marito, sottovalutando leggermente la difficoltà.
L’estate era torrida, il calore del ferro alla massima potenza, la pressione in caso di errore irreparabile sul pregiatissimo manufatto, altissima. Impiegai quasi un’ora solo per il primo lenzuolo.
2 lenzuola, 4 cuscini, 4 asciugamani + varie ed eventuali
×3 camere ogni giorno, ecco che iniziava a delinearsi il problema.
Lei di solito ha almeno 2 lavori per i quali ha laurea e master, ha figli (sempre 2, fissata con la simmetria) che segue perfettamente, fa crossfit, e ha una agenda blindata come il caveau di una banca.
Lei non ha mai preso in considerazione l’idea di stirare.
Prima di aprire l’attività aveva già preso accordi con la lavanderia alla quale ha strappato un buon prezzo millantando un giro di affari straordinario.
Lei ha speso tutto il suo budget in costosissime ma, ultra delicate, lenzuola stone washed che non si stirano.
Ora è così terrorizzata all’idea che gliele macchino che passa la notte a vigilare sui rumori provenienti dalle camere.
(Ed eccomi qui)
Lei stira tutto da sola con il folle retro pensiero di perdere qualche kilo in sudore, ma: non sa fare affari con le lavanderie, e non ha soldi da investire.
Inoltre ha questa malattia per l’antico che la porta all’acquisto compulsivo della biancheria più difficile in assoluto da stirare, ricami, merletti, macramè, volant…
Certo… passare da zero a 8, 10 ore al giorno di stiro può avere qualche effetto collaterale.
Sarà l’umidità da giungla vietnamita, la pressione che si abbassa, l’inalazione dei vapori dell’appretto ma può succedere di sentire in lontananza le voci sommesse delle anime che ci hanno preceduto, quell’esercito di cenerentole sudate che riempivano con braci ardenti
pesanti ferri di ghisa. Mi pare di sentirle sussurrare qualcosa…
È lì che mi sono ricordata di un vecchio documentario su Cuba. In una fabbrica di sigari un uomo veniva pagato per leggere ad alta voce
un libro mentre le operaie sedute al tavolo arrotolavano il tabacco. Era forse la soluzione prima che la follia prendesse il sopravvento?
Ed è così che ho sviluppato la mia nuova dipendenza. Ho ascoltato qualsiasi cosa: cronaca nera, romanzi, inchieste giornalistiche serie
ma anche quelle assurde, capolavori e spazzatura ma tutto sempre e solo con delle sessioni ininterrotte da dieci ore e passa.
Alla fine quando finisce ho come un senso di vuoto; chi sono una host? Una hostess? Una locandiera medioevale? La fuoriuscita da una setta?
È più potente del binge watching delle serie TV, il binge listening ti porta dentro un altro mondo così a lungo che quando finisce, Giuse
stenta a riconoscermi. Occhio vitreo, voce rauca, parlantina inarrestabile, investo come un fiume in piena il povero mal capitato con
la mia nuova conoscenza. Ecco, si, diciamolo : di sicuro c’è chi riesce con costanza ad evitare gli accumuli, ma certo non io.
Io negli accumuli ci sguazzo da sempre e “Costanza” mi pare solo un nome femminile demodè.
I spent half of my life without an iron and I must say everything ran smoothly anyway.
At around the age of forty when i found myself as the host of a bed and breakfast, I was completely unprepared – I can almost say I didn’t know how to iron.
I descend from a line of non-ironers, my mother had abdicated at a very young age, unwittingly starting the Brescian heresy of the “stack on the chair.” Finding myself : alone, unprepared, with inadequate tools and an infinite mountain of sheets to iron.
As I’ve always been a bit megalomaniacal, I decided to start with three linen bed sets hand-embroidered by my husband’s grandmother, needless to say that i wasn’t aware of what i was putting myself into.
I recall the scorching summer, the heat of the iron at its maximum power and the extremely hight tension i had in case of an irreparable error on the precious artifact. It took me almost an hour to iron this first sheet.
2 sheets, 4 pillows, 4 towels and extras
×3 rooms every day. Here is where the problem begins.
You should know that in the world of hosts, we are divided into three macro categories:
1) THE ENTREPRENEUR HOST
She usually has at least 2 jobs and holds multiple degrees and masters, she has kids ( usually 2, sign of symmetrical compulsive disorder ) whom she educates diligently, she engages in crossfit classes and maintains a schedule as secure as a bank vault.
Ironing has never crossed her mind. Before opening her business, she had already negotiated a favorable deal with the laundry, boasting an extraordinary turnover.
2) THE ECOHOST
She spent her entire budget on expensive yet delicate stone-washed sheets that don’t require ironing.
Now she’s so terrified with the thought that someone might stain them that she spends her nights monitoring noises from the rooms.
3) THE MASOHOST
(And here I am)
She irons everything herself with the crazy notion of sweating off a couple of pounds. However, she struggles bargaining with laundries and she lacks funds to invest.
Most of all, her passion for antiques drives her to compulsively buy the most challenging-to-iron linens, with embroideries, lace, macramé, ruffles…
Certainly, going from zero to 8 to 10 hours of ironing per day can have some side effects.
Whether it is the Vietnamese jungle-like humidity, the dropping pressure or the inhaling fumes of starch, you might find yourself hearing faint voices of those who came before us—an army of sweaty Cinderellas filling heavy cast-iron irons with glowing embers.
I seem to hear them whispering….
That’s when I remembered an old documentary about Cuba. In a cigar factory, a man was paid to read a book aloud while seated workers rolled tobacco.
Was that perhaps the solution to stop madness taking over?
And that’s how I developed my new addiction. I listened to everything: true crime, novels, serious journalistic investigations but also the absurd ones, masterpieces and trash, always with uninterrupted sessions lasting over ten hours.
In the end, when it’s over, I feel a sense of emptiness; lam I a host? A stewardess? A medieval innkeeper? Someone exiting a cult?
It’s more powerful than binge-watching TV series;
The binge-listening takes you into another world for so long that when it ends, Giuseppe struggles to recognize me.
Glassy eyes, hoarse voice, unstoppable chatter – I flood the poor soul with my newfound knowledge like a raging river.
Well, let’s say it: I am certainly not one of those who consistently avoid accumulations.
I’ve always wallowed in accumulations and “Constance” seems like just an old-fashioned feminine name to me.
1 Comment
A me piacerebbe passare da host imprenditorum a ecohost 😅